Brutte notizie per i lavoratori che speravano di andare in pensione con Quota 103 nel 2024. La misura sarà ancora attiva ma meno conveniente.
La Legge di Bilancio 2024 ha confermato Quota 103 ma ne ha modificato le caratteristiche rendendola meno appetibile per i lavoratori. La verità è che piuttosto che accettare le nuove condizioni è consigliabile rimanere a lavoro.
Tre misure sono in scadenza il 31 dicembre 2024, l’APE Sociale, Opzione Donna e Quota 103. Tutte e tre hanno subito delle modifiche. L’indennità di accompagnamento alla pensione di vecchiaia subirà una variazione del requisito anagrafico. L’accesso all’APE Sociale sarà consentito a 63 anni e cinque mesi e non a 63 anni. Si riduce anche il numero dei lavoro gravosi ammessi alla misura tornando alle quindici categorie precedenti l’ampliamento della platea.
Per Opzione Donna cambierà solo l’età di pensionamento per le lavoratrici. Le donne senza figli potranno lasciare il lavoro a 61 anni, quelle con un figlio a 60 anni e, infine, chi ha avuto due o più figli a 59 anni. Rimarrà il requisito contributivo di 35 anni. Le modifiche più importanti sono state destinate a Quota 103. Le variazioni non toccano i requisiti anagrafici e contributivi ma altre condizioni che renderanno lo scivolo pensionistico meno conveniente.
Quota 103 consentirà anche nel 2024 il pensionamento al raggiungimento dei 62 anni di età e dei 41 anni di contribuzione. Tali requisiti dovranno essere raggiunti entro il 31 dicembre 2024. I lavoratori che pensano di optare per questo scivolo devono sapere, però, che dal nuovo anno sarà obbligatorio per tutti il sistema di calcolo contributivo.
Anche chi ha maturato contributi prima del 1996 dovrà accettare questo sistema e, dunque, un taglio sull’assegno pensionistico proprio come accade per le lavoratrici di Opzione Donna. Una riduzione che varia in base a quanti sono gli anni di contribuzione versati al 31 dicembre 1995. Si va da un 10 ad un 30% in meno dell’importo. E le brutte notizie non finiscono qui.
Nel 2024 le finestre di decorrenza saranno più lunghe. Parliamo del periodo di tempo che passa tra la maturazione dei requisiti e il primo pagamento pensionistico. Il Governo ha alzato il limite a sette mesi per i dipendenti privati e a nove mesi per quelli pubblici. Come se tutto questo non disincentivasse già l’utilizzo della misura c’è un’altra novità. Il tetto massimo di importo dell’assegno sarà di quattro volte il trattamento minimo e non più cinque volte. Questo paletto resterà vigente fino al compimento dei 67 anni ossia alla maturazione dei requisiti di accesso alla pensione di vecchiaia.
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