Antonino Cannavacciuolo, stella indiscussa di Masterchef, ha rivelato in una recente intervista il segreto dietro al programma che l’ha reso famoso.
La moda dei programmi di cucina probabilmente non passerà mai, ma diciamo che l’apice dell’interesse e della notorietà di questi show è stato superato da qualche anno. In tv rimangono quelli che sono stati capaci di fare la storia di questo medium, tenendo incollati per anni allo schermo milioni di telespettatori.
Probabilmente la trasmissione principe di questo filone è Masterchef, programma nel quale viene unita la passione per la cucina allo spettacolo. Si tratta di un vero e proprio talent show, nel quale emergono talenti indiscussi della cucina italiana ed in cui è possibile anche osservare e apprezzare le dinamiche sociali e umane che si creano all’interno dello studio e della classe di cucina.
Il successo non poteva essere raggiunto senza figure di spicco alla conduzione. Inizialmente era Carlo Cracco ad attrarre il pubblico con i suoi modi bruschi e la sua rigidità (era stato scelto per emulare il ruolo che Gordon Ramsey ha nella versione statunitense), ma a partire dalla quarta edizione a prendersi il palcoscenico è stato Antonino Cannavacciuolo.
Lo chef di Vico Equense – detentore di tre stelle Michelin – ha portato una ventata d’aria fresca, aggiungendo al programma l’ironia tipica campana. Il pubblico lo adora per via del suo aspetto da bonaccione, per i suoi modi mai troppo bruschi ma decisi e per l’empatia che dimostra nei confronti dei concorrenti.
Raggiunto da Elle in occasione della 300a puntata della trasmissione, lo chef campano si è mostrato come sempre disponibile a rispondere a qualsiasi curiosità. Antonino ha spiegato che ha partecipato a 228 delle 300 puntate registrate, il che lo rende probabilmente il veterano della trasmissione, e che non si stancherà mai di condurre questo programma.
Il motivo per cui trova ancora interessante partecipare a Masterchef è che gli dà l’occasione di continuare ad imparare: “Gli chef ospiti portano sempre qualcosa: idee, ingredienti, umanità. Per me è una crescita”. A questo vanno uniti altri due fattori da non sottovalutare: l’amicizia con Locatelli e Barbieri e la soddisfazione di aiutare i concorrenti a realizzare il loro sogno.
Cannavacciuolo spiega infatti di avere un bel rapporto con i colleghi dentro e fuori dallo studio di Masterchef, ma soprattutto di essere ancora oggi un loro grande fan: “Quando avevo 20 anni, Barbieri era all’apice e per me era uno chef da studiare“, spiega lo chef che sull’altro collega aggiunge: “15 anni fa, Giorgio aveva prenotato a Villa Crespi: era come se stesse arrivando Dio. Mi dicevo: ‘Giorgio Locatelli nel mio locale!’. Non ci volevo credere, ero al settimo cielo”.
Per quanto riguarda i concorrenti, Cannavacciuolo ammette: “Il mio orgoglio non è il mio successo. Ma lo sono i successi dei ragazzi che sono stati con me. Se faccio un percorso e poi nessuno di quelli che hanno lavorato con me arriva da qualche parte, che bello c’è? Vuol dire che non sono stato un buon maestro”.
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