Con cherry eye s’intende una condizione curabile che si verifica comunemente nei cani giovani: ecco i sintomi, le cause e cosa si può fare.
Il termine cherry eye (o anche “occhio a ciliegia”) indica il prolasso (o lo scoppio) della ghiandola della terza palpebra. Molti mammiferi, compresi i cani, hanno una terza palpebra situata all’interno della palpebra inferiore, chiamata anche membrana nittitante.
La membrana nittitante è un tessuto che secerne lacrime e normalmente è nascosto nell’angolo dell’occhio del cane. Tuttavia, in un cane con l’occhio a ciliegia questa membrana cresce e sporge dall’occhio, assumendo l’aspetto di un rigonfiamento rosa facilmente visibile. In molte situazioni è importante consultare un veterinario per prevenire problemi di salute più gravi. Di seguito, ecco tutto ciò che c’è da sapere su questa comune condizione oftalmica.
Il cherry eyes appare come una massa rossa e gonfia sulla palpebra inferiore vicino al naso o al muso, simile a una ciliegia. La pallina può essere grande e coprire una porzione significativa della cornea, oppure può essere piccola e solo periodica. Eventuali segnali dovrebbero essere portati immediatamente all’attenzione del veterinario. La ghiandola della terza palpebra è normalmente ancorata alla rima interna inferiore dell’occhio tramite un attacco fibroso. Si ritiene che questo attaccamento sia debole in alcune razze di cani, consentendo alla ghiandola di prolassare facilmente.
Questo gonfiore può andare e venire, ma spesso provoca un prolasso permanente, che può portare a complicazioni se non trattato. Ci sono alcuni sintomi a cui prestare attenzione, tra cui: una massa liscia, rotonda, rossa o rosa (“nocciolo di ciliegia”) nell’angolo dell’occhio e secrezione densa. L’occhio a ciliegia di solito si verifica nei cani di età inferiore a un anno. La condizione si verifica quando il piccolo legamento che tiene in posizione la ghiandola della terza palpebra si allunga o si rompe. I veterinari non sono del tutto sicuri del motivo per cui ciò accade.
Il trattamento prevede la sostituzione chirurgica della ghiandola. Quest’ultima è fondamentale perché produce fino al 50% della porzione acquosa del condotto lacrimale. Senza un’adeguata produzione di lacrime, è molto più probabile che il cane sviluppi l’occhio secco, che può compromettere seriamente la vista. Nei casi più gravi, il veterinario può consigliare la rimozione chirurgica della ghiandola. Questa è tuttavia considerata l’ultima risorsa, poiché ha conseguenze durature sulla produzione lacrimale.
L’intervento chirurgico non garantisce il successo completo. In alcuni casi potrebbe essere necessario un secondo intervento di revisione. Le percentuali di successo sono più alte quando l’intervento chirurgico viene eseguito subito dopo il prolasso iniziale perché la ghiandola non ha avuto la possibilità di infiammarsi e ingrossarsi. Ecco perché è essenziale portare il proprio cane da un veterinario il prima possibile.
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