L’intelligenza artificiale raggiunge livelli mai visti con questo casco: ci leggerà nel pensiero. La rivoluzione nella tecnologia partirà da qui.
L’intelligenza artificiale segnerà il 2024 in maniera indelebile. Tutti gli smartphone avranno funzionalità di AI generativa, accodandosi ai Pixel 8 e Pro: Samsung lo farà a gennaio con i nuovi Galaxy S24, Apple con gli iPhone 16, una parte infinitesimale dell’invasione dell’AI in ogni campo tecnologico.
D’altronde sono anni che ci si sta lavorando su, basti pensare alle idee che ha in cantiere Elon Musk con la sua chiacchieratissima Neuralink. Il primo, forse, a portare l’intelligenza artificiale a un livello superiore, non certo l’ultimo.
Dall’Australia ecco lo sconvolgente report foriero di una vera e proprio rivoluzione tecnologica 2.0: lo sviluppo di un casco capace di leggerci nel pensiero, un qualcosa di mai visto prima. Per la prima volta, infatti, i ricercatori del GrapheneX-UTS Human-centric Artificial Intelligence Center dell’Università di Tecnologia di Sydney hanno sviluppato un sistema portatile e non invasivo in grado di decodificare i pensieri silenziosi e trasformarli in testo.
Il casco della rivoluzione tecnologica. E il modello di intelligenza artificiale non invasivo DeWave
La ricerca è stata condotta di L’illustre professore CT Lin, direttore del Centro HAI GrapheneX-UTS, insieme al primo autore Yiqun Duan e al collega dottorando Jinzhou Zhou della Facoltà di Scienze dell’UTS Ingegneria e informatica. Nello studio mostrato attraverso un video che ha fatto il giro del mondo, leggevano in silenzio passaggi di testo mentre indossavano un casco che registrava l’attività elettrica del cervello attraverso il cuoio capelluto, utilizzando un elettroencefalogramma non invasivo. Ciò viene fatto da un modello di intelligenza artificiale chiamato DeWave sviluppato dai ricercatori.
DeWave traduce i segnali EEG in parole e frasi imparando da grandi quantità di dati EEG. “Questa ricerca – spiega il professor Lin, in uno stralcio di un’intervista pubblicata dall’Università di Tecnologia di Sydney – rappresenta uno sforzo pionieristico nella traduzione delle onde EEG grezze direttamente nel linguaggio, segnando un passo avanti significativo nel campo”. Un casco che va oltre gli esperimenti di Elon Musk con Neuralink.
La tecnologia precedente per tradurre i segnali cerebrali in linguaggio, infatti, richiedeva un intervento chirurgico per impiantare elettrodi nel cervello, come ad esempio proprio Neuralink di Elon Musk, o la scansione in una macchina per la risonanza magnetica, che è grande, costosa e difficile da usare nella vita quotidiana. Ma dall’Università australiana arriva il passo successivo, che ci tranquillizza un po’, visto che questo processo non è invasivo. Finché l’AI resterà dentro dei paletti ben conficcati nel terreno, non c’è da preoccuparsi.