Hai ricevuto un messaggio da tuo figlio in cui ti viene chiesto di versare 1.000 euro? Non farlo: è una truffa.
Le truffe su WhatsApp sono aumentate in maniera notevole in questi ultimi anni. In passato i cybercriminali si limitavano alle semplici email, quindi non era mai stato un grande problema. Ma adesso sono diventate molto più sofisticate rispetto a prima. Difatti non è più semplice riconoscerle e può essere un vero problema affrontarle. Per questa ragione è importante sapere come funzionino.
Quella che si sta diffondendo in questo periodo è davvero pericolosa. La più recente è la truffa dei 1.000 euro. Alcune mamme hanno ricevuto un apparente messaggio dal figlio, in cui viene chiesto di dare quella cifra. Viene detto che si sta affrontando un grave problema e che sono necessari per risolverlo subito. Ciò che sorprende è che a parlare da dietro lo schermo non è un bot, bensì un truffatore vero e proprio.
Attento a questi messaggi, non vengono inviati da tuo figlio: si tratta di un truffatore
Per creare una storiella verosimile, i cybercriminali inventano una scusa plausibile. Ad esempio che hanno perso il cellulare con la vera SIM, oppure che qualcuno glielo ha sottratto. Gli scenari cambiano in base alla situazione e non sono mai uguali. Ciò significa che la situazione varia a seconda del contesto. Al termine della conversazione, però, tutti fanno la stessa cosa.
I cybercriminali inoltrano un Iban in cui inviare il denaro. Molte mamme ci sono cascate in pieno, non capendo che quelle persone non fossero i propri figli. In questo caso bisogna fare attenzione, così da capire che in realtà sono dei truffatori. E per fortuna i metodi per intuirlo non sono così tanto difficili.
Alcune mamme lo hanno scoperto con una videochiamata. Altre, invece, hanno fatto domande specifiche. Mettere alle strette il cybercriminale lo porterà a vuotare il sacco. Così facendo non si correrà il rischio di essere truffati. Se per caso avete ricevuto un messaggio simile in questi giorni, vi suggeriamo di contattare la Polizia Postale.